19 ott 2009
Antonia Assunta Paladino, Sindaco di Scilla
22 giu 2009
Pesca o caccia al pescespada?
In passato l'avvistamento veniva fatto dalla terraferma, cioè dall'alto del castello Ruffo o da alture vicine. Alle urla della vedetta, i compagni, su particolari imbarcazioni (lontri), costeggiavano la costa. Oggi il luntre è stato sostituito dalla passerella, costituita da un albero alto più di trenta metri, alla cui sommità un marinaio ha il compito di avvistare il pesce. Nonostante ciò, la tecnica della pesca non è mutata. Il ramponiere è dotato di un arpione di una lunghezza di circa quattro metri e mezzo con una punta di ferro che si apre appena entra nel corpo del pesce, il quale, una volta dissanguato e stremato, viene tirato sull'imbarcazione.
26 mar 2009
Scilla & Cariddi: il mito.
Fu così che, per gli antichi marinai, lo Stretto di Messina, era abitato da due orribili mostri: Scilla e Cariddi. Da un lato troviamo Scilla, il cui significato greco è "colei che dilania" e dall'altro Cariddi, "colei che risucchia".
30 nov 2008
Festa di San Rocco
7 nov 2008
Preparazione alla Pasqua
Circa mezzo secolo fa la Pasqua iniziava a sentirsi settimane prima. Si dice che 21 giorni prima della domenica di Pasqua, la gallina iniziava a "sciocchìari", ovvero cantava e ciò significava che era pronta per covare. Così si poneva vicino alla gallina una cesta con 21 uova e la chioccia covava per 21 giorni, ma prima di lasciarla covare bisognava osservare la luna, altrimenti se si fosse sbagliata la fase lunare, i pulcini non avrebbero vissuto a lungo.
Durante la settimana Santa alcune donne si riunivano per lavare i "varetti", le statue che rappresentavano la Passione di Gesù, che erano conservati nella chiesa di S. Rocco. Due delle statue sono Gesù morto ("u Signuri 'nto tambutu") e Gesù Crocifisso, che adesso sono poste nella chiesa Madre. Le donne lavavano le statue con aceto, acqua e olio d'oliva "p'amuri mi lucìunu" (in modo che brillassero). La più "coraggiosa" lavava la statua di Gesù crocifisso e ai bambini era concesso lavare "i peri" (le basi) di tutte le altre statue.
Il Venerdì Santo si portavano i "varetti" in precessione per le vie del paese. La notte di Pasqua si andava a Messa e allo scattare della mezzanotte "sa sparava a 'loria" (la gloria). Il giorno di Pasqua si cucinava l'agnello, si comprava "u 'gneddu i zuccuru" e si pranzava con la famiglia. La Pasquetta si festeggiava sempre in campagna, si portavano uova sode, vino e ciò che rimaneva del pranzo pasquale.
3 nov 2008
"I virgineddi i San Giuseppi"
"Quando eravamo piccole, il giorno di San Giuseppe, invitavamo a casa nostra 13 bambini, sia maschi che femmine, appartenenti a famiglie bisognose. Li chiamavano "i virgineddi i San Giuseppi". Pranzavano insieme a noi e nostra zia cucinava pasta e ceci, baccalà fritto, "zippuli" e c'era un'arancia per ogni bambino. Al centro del tavolo apparecchiato sistemavamo un quadretto che rappresentava San Giuseppe e Gesù Bambino.
Dopo pranzo giocavamo tutti insieme e poi "i virgineddi i San Giuseppi" facevano ritorno a casa con un fagottino di pane".
30 ott 2008
Intervista alla nonna
S= Santina, N A= Nonna Anna
S: Quindi...finalmente soli...